Riflessioni sulla Responsabilità Sociale
Articolo di Federica Consolini
La responsabilità sociale è insita in ognuno di noi, la parola responsabilità rimanda proprio alla capacità di agire, responsus e habilitas; in accordo con il nostro senso di responsabilità dovremmo avere consapevolezza delle conseguenze delle nostre azioni, tanto da modulare appositamente le nostre scelte. Ma qui mi chiedo: “lo stiamo facendo, veramente?” Se mi guardo attorno…non direi, pensiamo all’ambiente in cui viviamo! Recentissime mobilitazioni, che hanno coinvolto anche il mondo dei giovani, proprio quello che risentirà di più dei cambiamenti climatici già in atto e delle loro drastiche conseguenze, ci portano a riflettere sulle nostre responsabilità.
Tempo fa, vidi un bel video dove si mostravano un gruppo di genitori, ai quali erano state date matite colorate per fare un disegno della loro visione del mondo poi, la stessa richiesta venne fatta ad un gruppo di bambini, i loro figli, ai quali però erano rimaste solo matite scure; i loro disegni risultarono decisamente più cupi e alla loro domanda se vi fossero altri colori, fu risposto loro, che erano rimasti solo quelli. Ecco, cosa stiamo lasciando ai nostri figli? Alle generazioni future? Sicuramente, responsabilità è anche sinonimo di libertà nella duplice accezione di assenza di costrizioni e di capacità di determinarsi secondo una scelta autonoma.
- Piaget e la psicologia genetica ci ricordano che, prima dei sette anni, i bambini non sono in grado di valutare un’azione sulla base dell’intenzione che l’ha generata ma, solo sulla base delle conseguenze che ha prodotto; ecco quindi siamo tutti bambini? Dobbiamo necessariamente vedere le conseguenze per capire dove ci stiano portando le nostre azioni?
L’antropologia culturale individua il grado di consapevolezza degli agenti sociali in base al loro livello culturale, siamo quindi tutti ignoranti? E la psicologia sociale distingue la responsabilità individuale dalla “diffusione delle responsabilità” che riduce in un individuo inserito in un gruppo o in una massa, il senso di coscienza morale, aumentandone ahimé l’indifferenza.
Siamo dunque bambini o ignoranti o indifferenti?!
Già decenni fa, François. Mauriac diceva:”È inutile per l’uomo conquistare la luna, se poi finisce per perdere la terra!” Oggi, l’Agenda 2030 dell’ONU, prevede il raggiungimento di diciassette obiettivi da raggiungere entro tale data, spunti di riflessione interessantissimi ma ci stiamo adoperando TUTTI per arrivare ad una “crescita intelligente, equa e sostenibile”? Non sono parole scelte a caso, ognuna ha una forza in sé e presume un grande senso di responsabilità sociale che io intendo proprio come senso di aggregazione, di cooperazione fra gruppi di individui, unioni di cittadini responsabili che cooperano insieme per il bene sociale nel mondo in cui vivono.
Solo attraverso una serie di azioni, coscientemente responsabili e collaborative, l’umanità progredirà e raggiungerà obiettivi coesi; diamo quindi voce ai nostri pensieri, che diventino azioni e non restino speranze! Il quarto obiettivo, dell’Agenda 2030, coinvolge proprio il mondo dell’istruzione, a me particolarmente caro, è proprio dai giovani e per i giovani, che “le cose” vanno rimodulate partendo dalla responsabilità sociale di ognuno di noi.